Intervista Biagio Lamanna

"Ma cosa fanno quelli laggiù?"

In che anno è nato il Laboratorio Termodinamico in CAREL e perché?

Il cosiddetto Laboratorio Termodinamico, più precisamente Laboratorio di Ricerca in applicazioni HVAC/R, è nato a cavallo tra il 1998 e il 1999. All’epoca, era già evidente la strategia di CAREL di focalizzarsi sulle applicazioni dei propri clienti e sui loro bisogni, soprattutto quelli non espressi. Per poter approfondire quindi le applicazioni del condizionamento e della refrigerazione, fu l’attuale Vicepresidente Luigi Nalini a intuire che sarebbe stato fondamentale dotarsi delle stesse attrezzature che i clienti di CAREL utilizzavano nei loro laboratori di ricerca. Fu così che, attorno a una camera climatica, in grado di riprodurre le condizioni di temperatura, umidità e flusso d’aria di un ambiente da condizionare, nacque il primo laboratorio di termodinamica applicata di CAREL.

CAREL fu un’apripista in quanto, in quegli anni, era una novità assoluta avere un Laboratorio di Ricerca per aziende come la nostra che producevano componenti e non macchine.

 

Come era composto inizialmente il Laboratorio? Quali erano le principali attività?

Io iniziai il mio lungo percorso lavorativo in CAREL nell’aprile del 2000. All’epoca, il laboratorio era sito nella stessa strada dell’Headquarter, ma non nello stesso edificio, in quello dove ora risiede la produzione di quadri elettrici. A essere sincero la posizione era a metà tra lo strategico e il "ma cosa fanno quelli laggiù?". Il laboratorio costituiva infatti l’ala più lontana dall’edificio principale di CAREL, rimanendo sì ai margini delle attività principali dell’azienda, ma anche fornendo uno spazio di lavoro indisturbato. Oltre alla già citata camera climatica, il laboratorio era costituito da diverse attrezzature di test e misura e ovviamente da unità provenienti dal parco applicazioni di clienti di CAREL: condizionatori per centri di calcolo, refrigeratori ad acqua e banchi frigoriferi.

Le attività ruotavano attorno a tre progetti principali: l’analisi della formazione di ghiaccio all’interno dei banchi frigoriferi da supermercato, le logiche di controllo dei refrigeratori ad acqua e i primi prototipi di uno dei prodotti che avrebbe in seguito fatto la storia di CAREL: le valvole di espansione elettroniche.

 

Quante persone ci lavoravano? Quali sono state le prime soluzioni sviluppate grazie al Laboratorio?

Lo staff del laboratorio era composto inizialmente da ragazzi giovani in tesi presso l’università di Padova. Questi progetti di ricerca maturarono grazie agli ottimi rapporti tra l’Ing. Luigi Nalini ed il Prof. Renato Lazzarin, divenuto poi presidente per il triennio 2008-2010 dell'Associazione Italiana del Condizionamento dell'Aria Riscaldamento Refrigerazione. Oltre a loro c’erano due tecnici a contratto con competenze in elettrotecnica e termotecnica. Il primo vero e proprio dipendente CAREL a lavorare nel laboratorio fu Alessandro Greggio, che oggi dirige il reparto Sales&Marketing Refrigerazione di Gruppo. Era il settembre del 1999. Io fui il secondo. Nel giro di pochi anni lo staff contava altri 3 effettivi, tra cui colleghi che poi hanno sfruttato le competenze acquisite per fare carriera all’interno dell’azienda come capi piattaforma o specialisti in marketing.

Tra le prime soluzioni sviluppate in laboratorio posso menzionare lo "Smart Defrost", un sistema di gestione dello sbrinamento di banchi frigoriferi. Fu inserito per la prima volta in un controllore innovativo per l’epoca, il Mastercase, un prodotto che oggi è alla 3a generazione e ha posto le basi anche per uno dei prodotti di maggior successo di CAREL, l’MPXPRO.

E ovviamente il primo sistema di controllo per valvole di espansione elettroniche, quell’EVD100 progenitore dell’attuale EVO Evolution, anch’esso uno dei prodotti di maggior successo di CAREL con più di 15 anni di carriera alle spalle!

 

"Le valvole di espansione elettroniche e i driver hanno fatto la storia e la fortuna del laboratorio, e costituiscono il cuore di moltissime soluzioni CAREL."

Quali sono state le principali difficoltà o sfide per realizzarlo?

La prima vera sfida fu quella di inserire il laboratorio all’interno del contesto aziendale. Tutte le attività e le attrezzature utilizzate al suo interno erano in qualche modo “diverse” rispetto al resto di CAREL. Questo creava spunti continui di miglioramento nella gestione giornaliera, a partire dagli acquisti, alla logistica dei trasporti (“Biagio c’è un camion che deve consegnare 2 enormi frigoriferi dove li metto?”) alla gestione amministrativa dei macchinari. In secondo luogo, fu proprio l’introduzione delle valvole elettroniche ad alzare il livello di sfida. CAREL era da sempre abituata a lavorare su prodotti elettrici ed elettronici che interagivano con le macchine frigorifere dall’interno di un quadro elettrico. Le valvole, invece, interagivano con il circuito frigorifero. Non si parlava quindi più di tensione, corrente, disturbi elettromagnetici bensì di pressioni, temperature, olio e tubazioni. Per non parlare della produzione, esperta di schede elettroniche e umidificatori, ma non ancora di meccanica di precisione. Queste competenze non erano ancora diffuse in azienda. E per questo fu proprio il personale del laboratorio nei primi anni a occuparsi di “accompagnare” il prodotto nel suo percorso lungo e tortuoso dai test al cliente, gestendo le attività di produzione, logistica, pre e post vendita.
Non nego che la sfida è stata a tratti molto dura, però ha ripagato in termini di competenze acquisite e risultati.

 

Come si è sviluppato negli anni? E quali sono i progetti per il futuro?

Nel 2005, il laboratorio si è trasferito nell’edificio principale di CAREL, dopo che questo ha subito un notevole ampliamento. Erano gli anni in cui si costituirono le prime linee produttive “laboratoriali” delle valvole elettroniche. Nel trasferimento, abbiamo acquistato e rimodernato una camera climatica addizionale precedentemente posseduta da Uniflair, un’azienda nostra cliente focalizzata sulle applicazioni di aria condizionata per centri di calcolo e telefonia. Inoltre, il laboratorio raggiunse la superficie totale di 600m2 in grado di ospitare molte più applicazioni. Cito ad esempio le pompe di calore, le centrali di trattamento d’aria, un’area dedicata alle lavorazioni meccaniche e infine il famigerato "showroom". Si trattava di uno spazio ibrido in grado di ospitare test e visitatori esterni all’azienda e dedicato a simulare un piccolo supermercato. Negli anni, questo luogo ha visto passare tecnologie, refrigeranti e migliaia di persone, non ultimi i colleghi delle nostre filiali che vi svolgevano attività di training.
Dopo il 2010, con l’esponenziale espansione di CAREL, è nata l’esigenza di avere degli R&D localizzati. Le due aree in cui eravamo più strutturati erano la Cina e gli USA, dove nel 2014 (Cina) e 2015 (USA) sono stati quindi creati altri due laboratori che oggi lavorano principalmente su progetti locali. Chiaramente, all’inizio, ci sono state delle difficoltà legate al coordinamento e al trasferimento delle metodologie e degli standard, per cui diversi colleghi si sono trasferiti in filiale per alcuni mesi per avviare i lavori.
Oggi, ci sono più di 20 persone che lavorano nei laboratori termodinamici CAREL.
Un’ulteriore evoluzione c’è poi stata nel 2016, con la creazione del Knowledge Center, anche se in maniera non ufficiale questo esisteva già da prima.
Era necessario, infatti, che chi lavorava dentro al laboratorio fornisse supporto all’azienda nelle fasi di vendita e postvendita e trasferisse le competenze sviluppate nel laboratorio non solo all’interno dell’azienda, ma anche all’esterno, partecipando a convegni e conferenze internazionali, dimostrando come in CAREL ci fossero forti competenze.

Nel 2023, dopo quasi 20 anni, il laboratorio dell’Headquarter si sposterà nel nuovissimo edificio di CAREL 5, nel quale un’area di 1200m2 vedrà la realizzazione di 3 modernissime camere climatiche compatibili con l’uso di refrigeranti infiammabili e dedicate al progetto più importante su cui l’azienda di focalizzerà nei prossimi anni: le pompe di calore. Si tratta di un investimento di oltre 8 milioni di euro, tra edificio in classe di efficienza energetica A4, la più elevata in Italia, ed attrezzature sia nel laboratorio che nelle aree espositive e di formazione di cui l’edificio è dotato.

 

Ci sono idee di prodotto nate in laboratorio? Se si quali?

Due sono i prodotti che hanno fatto la storia e la fortuna del laboratorio termodinamico. Le valvole di espansione elettroniche e i driver – detti anche inverter – per compressori a velocità variabile. Ciascuno è formato da una sorta di ecosistema di componenti, competenze e attività piuttosto complesso e hanno entrambi richiesto diversi anni di lavoro e centinaia di prove prima di diventare prodotti maturi. E fortunatamente gli sforzi sono stati ripagati. Essi costituiscono infatti il cuore di moltissime soluzioni CAREL che garantiscono ai propri clienti prestazioni eccezionali, soprattutto in termini di efficienza e sostenibilità ambientale. Non a caso, negli anni successivi al 2010 il laboratorio si è dedicato a tutta una serie di applicazioni denominate "High Efficiency", alta efficienza, che miravano a sfruttare al massimo le potenzialità di questi due prodotti fantastici.

 

 

 

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