Intervista Luigi Nalini

CAPITOLO 2

1978: il primo umidificatore

Il Vice Presidente Ing. Luigi Nalini racconta

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"La strada inizialmente non fu in discesa [...] dopo alcuni tentativi,
nacque il nostro primo umidificatore: HUMITRONIC.
Era il 1978."

Che cosa ha spinto CAREL a entrare nel campo dell’umidificazione?

Negli anni ’70 CAREL rivestiva il ruolo di terzista di quadri elettrici per Hiross, leader europeo nel settore delle unità di trattamento d’aria per centri meccanografici, dove era richiesto un livello molto stabile di temperatura e di umidità relativa. In questo tipo di unità modulari l’umidificatore inserito all’interno delle unità Hiross era composto da una vaschetta dotata di un interruttore a galleggiante e resistenze elettriche immerse che soffriva di notevoli problemi di manutenzione e di affidabilità.

Questo punto debole ha attirato l’attenzione di CAREL, allora concentrata nella produzione di un prodotto tecnologicamente povero come l’assemblaggio di quadri elettrici, incontrando così la volontà di diversificazione. Alla ricerca di ispirazione ci siamo imbattuti in un umidificatore più evoluto dal punto di vista tecnologico, lanciato sul mercato da una ditta svizzera, basato sulla tecnica degli elettrodi immersi contenuti in un cilindro con involucro plastico a perdere, oggi diffusa ma in quegli anni molto innovativa. Dall’ideazione alla vendita di questo primo umidificatore sono trascorsi pochi mesi: noi eravamo totalmente inesperti di elettronica, per cui abbiamo ingaggiato un consulente esterno per la progettazione e la produzione di un controllo analogico elementare, abbiamo progettato e autocostruito la parte idraulica e abbiamo iniziato la produzione delle macchine utilizzando cilindri reperiti sul mercato.

La strada inizialmente non fu in discesa e abbiamo avuto diversi problemi, soprattutto di affidabilità (infatti, a causa del calcare che si formava dall’acqua in ebollizione, a volte scoppiavano delle scintille che fondevano i cilindri). Tuttavia, dopo alcuni tentativi, nacque il nostro primo umidificatore che il gruppo Hiross, cui era destinato in via esclusiva, battezzò HUMITRONIC

Era il 1978.

Quando e come è iniziata l’offerta di umidificatori a marchio CAREL?

Osservando le attività degli altri produttori, abbiamo deciso di proporre al mercato apparecchi di umidificazione estranei al mondo dei centri di calcolo, per applicazioni diverse per le quali CAREL non aveva vincoli di esclusività con Hiross.
Nel frattempo, CAREL si era dotata di uno staff tecnico proprio, in grado di progettare autonomamente queste macchine. Nacque così la gamma di umidificatori ESH HUMICONTROL dotati di una propria scocca in metallo. Si trattava di umidificatori adatti a un’installazione autonoma, sia per applicazioni legate al comfort che per ambienti industriali, con distribuzione del vapore in ambiente o nelle unità di trattamento dell’aria.
Il mercato ha accolto piuttosto bene questi umidificatori. Negli anni ’80, a differenza di oggi, il numero di produttori di umidificatori a vapore era molto limitato e quindi – per promozione diretta o attraverso le fiere di settore – CAREL è riuscita a guadagnarsi una consistente fetta di mercato in Italia e all’estero.

Successivamente, durante gli anni ’90, furono progettati gli umidificatori SD, meglio industrializzati e dotati di un controllo elettronico a microprocessore più evoluto e affidabile del precedente. Prima del grande successo conseguito con i controlli elettronici programmabili (alla fine degli anni ’80), i prodotti per l’umidificazione sono arrivati infatti fino al 35-40% del fatturato CAREL.

Quando e come è iniziata l’offerta di umidificatori a marchio CAREL?

Osservando le attività degli altri produttori, abbiamo deciso di proporre al mercato apparecchi di umidificazione estranei al mondo dei centri di calcolo, per applicazioni diverse per le quali CAREL non aveva vincoli di esclusività con Hiross.
Nel frattempo, CAREL si era dotata di uno staff tecnico proprio, in grado di progettare autonomamente queste macchine. Nacque così la gamma di umidificatori ESH HUMICONTROL dotati di una propria scocca in metallo. Si trattava di umidificatori adatti a un’installazione autonoma, sia per applicazioni legate al comfort che per ambienti industriali, con distribuzione del vapore in ambiente o nelle unità di trattamento dell’aria.
Il mercato ha accolto piuttosto bene questi umidificatori. Negli anni ’80, a differenza di oggi, il numero di produttori di umidificatori a vapore era molto limitato e quindi – per promozione diretta o attraverso le fiere di settore – CAREL è riuscita a guadagnarsi una consistente fetta di mercato in Italia e all’estero.

Successivamente, durante gli anni ’90, furono progettati gli umidificatori SD, meglio industrializzati e dotati di un controllo elettronico a microprocessore più evoluto e affidabile del precedente. Prima del grande successo conseguito con i controlli elettronici programmabili (alla fine degli anni ’80), i prodotti per l’umidificazione sono arrivati infatti fino al 35-40% del fatturato CAREL.

"Abbiamo quindi iniziato a viaggiare per osservare cosa veniva fatto in giro per il mondo, con l’intento di proporre al mercato soluzioni innovative."

Quali sono stati i primi mercati esteri approcciati con l’umidificazione?

Abbiamo approcciato i primi mercati esteri principalmente attraverso le fiere di settore, dove abbiamo sviluppato contatti con distributori esteri interessati alla commercializzazione degli umidificatori SD. I primi mercati sono stati la Francia, grazie al contatto con Pierre Garcia; la Germania ,con il sig. Dieter Barbey, la Gran Bretagna, con il supporto di Lou Watts; e, successivamente, con l’aiuto di Scott Herr, gli Stati Uniti.

E proprio negli Stati Uniti abbiamo cominciato a commercializzare gli umidificatori adiabatici con nebulizzazione ad aria compressa, con i quali abbiamo iniziato ad entrare nel mercato delle grandi centrali di trattamento dell’aria.

Quando è stata ampliata la gamma di umidificatori?

Per soddisfare le richieste del mercato nelle varie applicazioni, in aggiunta alla famiglia di apparecchi ad elettrodi immersi, divenne necessario allargare la gamma di umidificatori colmando il gap rispetto alla concorrenza.

Per questo motivo, quando nel 1998 sono entrato in CAREL a tempo pieno, la mia prima responsabilità fu l’ampliamento e l’ammodernamento della gamma di umidificatori. Abbiamo quindi iniziato a viaggiare per osservare cosa veniva fatto in giro per il mondo con l’intento di proporre al mercato soluzioni innovative. Con uno staff di cinque progettisti, furono sviluppati gli umidificatori ad elettrodi immersi humiSteam, nonché i nuovi kit OEM, e furono generati i primi heaterSteam, humiFog, gaSteam e CompactSteam.

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Nel 2004 Lei ha scritto un libro sull’umidificazione. Come è nata questa idea?

Dalla consapevolezza che la conoscenza dei fenomeni fisici legati all’umidità nell’aria e dei suoi effetti sull’organismo e sui materiali è generalmente assai poco conosciuta: l’umidità non si vede e non si percepisce immediatamente.

L’intento del libro è la spiegazione ai progettisti termodinamici dell’importanza di mantenere un’umidità relativa corretta, dei fenomeni correlati e dei modi più convenienti di volta in volta per controllarla. Non ultimo, lo scopo di far percepire CAREL come azienda dotata di basi scientifiche e preparata per suggerire le migliori soluzioni per ottenere il livello più adeguato di umidità ambientale.

 

 

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